Il tortello di Villanova de Bellis ha ottenuto il marchio Deco

Pubblicato il 10 gennaio 2018 • News dal Comune

In questi giorni, entrando a San Giorgio, è possibile vedere dei nuovi cartelli che indicano la denominazione comunale, un segnale che l’amministrazione ha voluto dare per la valorizzazione di un prodotto proprio del territorio, ora riconosciuto ufficialmente.
La richiesta era arrivata dall’associazione della polisportiva della frazione di Villanova “Nuova unione sportiva”, e ad inizio 2017 l’amministrazione ha dato il via all’iter burocratico per avere il marchio del tortello di zucca, procedimento che è stato seguito dal presidente dell’associazione nazionale per la denominazione comunale Riccardo Lagorio.
L’iter è stato guidato in particolare dall’assessore Alberto Germiniasi. “Su richiesta della polisportiva abbiamo voluto istituire il Deco per il tortello di Villanova – spiega – e abbiamo fatto riferimento all’associazione nazionale che lavora per certificare i marchi, oltre a governare tutta la pratica del prodotto. Per fine anno verremo anche inseriti sul portale web”. Il marchio, già utilizzabile, sarà anche certificato dal Ministero dello sviluppo economico. “Dobbiamo ringraziare i volontari dell’associazione, il nostro comandante della polizia locale Gloria Zani e il presidente Lagorio, che ha preparato l’intero fascicolo per la convalida da parte degli enti superiori. Chi vorrà richiedere il Deco al Comune di San Giorgio lo potrà fare in funzione del disciplinare che è stato approvato”. Gli obiettivi erano due: “il primo era riconoscere e valorizzare una specialità del nostro territorio, che una associazione locale produce da ormai 30 anni – prosegue l’assessore – Il secondo obiettivo era offrire ai ristoratori, agriturismi e a tutti coloro che hanno interesse a produrre e presentare il tortello, la possibilità di fregiarsi del Deco per incentivarne la commercializzazione”.
Lagorio evidenzia infine il valore culturale dell’operazione. “Non parliamo solo di imprese commerciali – commenta – ma di lasciare un segno nella storia del territorio. Il cibo è cultura, e partire da queste piccole grandi azioni è fondamentale per richiamare il variegato modello culturale del Made in Italy”.